UNA GIORNATA PARTICOLARE

UNA GIORNATA PARTICOLARE

Chi sono quelle diciassette donne e un solo uomo che il 7 maggio raggiungono il centro Il Nodo di buon mattino? Sono un gruppo di ballo? Le mogli di uno sceicco? No! Sono mamme, sorelle, operatrici dei tre centri diurni di SOLARIS, che ha avuto la brillante idea di far diventare un normale sabato di maggio “una giornata particolare”, precisamente una giornata di libertà dalle abituali cure che tutti i giorni queste donne dedicano ai loro cari.
Veloci tutti prendono posto sul pullmino e l’uomo misterioso, un sereno attento ed esperto autista, rapido si mette alla guida per condurle a Dozza e poi a Bologna.
Dopo un breve tempo lasciato alla conoscenza reciproca, Alice ci spiega l’itinerario e le motivazioni di questa giornata.
Dapprima un sommesso brusio, poi l’allegro chiacchiericcio sul vissuto quotidiano, le difficili esperienze, i lieti avvenimenti, ogni tanto uno sguardo al paesaggio, girano i cellulari con le foto dei propri famigliari, bimbi, nipoti e grazie all’assenza maschile, anche le confidenze da donne e…siamo già arrivate a Dozza.
Alla piazza davanti al castello ci aspettava una gentile e competente guida, Fulvia, che ci ha accolto e guidate per la visita alla Rocca.
Monumento di origine medievale trasformato in castello fortificato da Caterina Sforza e adibito in epoca rinascimentale a residenza nobiliare dai marchesi Campeggi e Malvezzi.
Ammirati i torrioni esterni, entriamo nel cortile del castello che presenta una bella loggia rinascimentale. La guida ci racconta che al piano terra si trovavano le sale di tortura, che visitiamo con un brivido pensando a coloro che ci sono passati, poi ci conduce alla lavanderia con i grandi mastelli in cotto e alle antiche cucine. Saliamo delle scale e al piano superiore la guida ci fa passare attraverso la grande sala di ricevimento, per giungere poi alla sala da pranzo della famiglia, più piccola, con un bel tavolo e un grande quadro che ritrae tutti i membri della famiglia, ci sono tanti bambini. Vediamo le stanze da letto, con letti molto piccoli perché, ci spiega Fulvia, questi signori cenavano abbondantemente e poi dormivano seduti; sono rimasti alcuni bei mobili: dei cassoni per la dote, una culla, dei quadri. Nella stanza adibita a chiesa con altare, ci sorprende un incredibile pozzo, detto “a rasoio” per delle acuminate lance attaccate alle sue pareti. Nascosto da un tappeto, era utilizzato per gettarvi gli ospiti se le trattative con essi non procedevano come desiderato. Sotto il pozzo, una grande cisterna piena d’acqua accoglieva i malcapitati. Procediamo con un senso di orrore per questa scoperta e arriviamo alla loggia con affreschi, e in seguito, per scale, scalette, porticine, giungiamo al torrione e godiamo di un’incantevole vista.
La visita del borgo è stata rallegrata dai dipinti sui muri delle case, che dal 1960 hanno fatto oltre 200 artisti, con un grande effetto scenografico.
Lasciato il paese e arrivati al ristorante, su una bella collina tutta verde, abbiamo molto apprezzato la cucina emiliana dall’antipasto al dolce. Solo allora un “grande silenzio”. Da questo poggio una meravigliosa vista sulle colline circostanti.
Ripartite e giunte a Bologna, seguendo l’originalissimo e colorato “ombrello da guida” di Betty, con le tre operatrici che fanno da collante del gruppo, abbiamo preso il Red Bus. Sole, vento, sedute al piano superiore ci siamo godute la visita della città, con i bei palazzi, gli alti portici, le porte di accesso, le strette e trafficate vie del centro, il porto romano e la scoperta che Bologna è ricca di canali sotterranei. Tutto questo appreso da comode cuffie date in dotazione per il giro.
Davvero non pensavamo che fosse così divertente, istruttivo e rilassante.
Tornate a Piazza maggiore, dopo aver visitato la grandiosa e luminosa Chiesa di S. Petronio, incuriosite dal malizioso sorriso di Alice abbiamo osservato con molta attenzione la fontana del Nettuno: la statua vista da una certa angolazione regala una visione particolare….
Infine la visita alla chiesa gotica di S. Francesco, con un bellissimo altare centrale, prima di riprendere il viaggio di ritorno.
In pullmino abbiamo riposato e naturalmente ancora chiacchierato.
L’autista, un uomo “santo”, non ha neanche provato a zittirci, meritati gli applausi per la sua guida e per la straordinaria disponibilità.
All’arrivo ancora una sorpresa: una pianta fiorita dono di Solaris.
Il regalo più bello però è stato conoscerci, parlare, camminare, ridere, vedere le meraviglie del nostro Paese, noi donne tutte insieme. Grazie SOLARIS.

Carmela (sorella di Giovanni cd Antares)

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